domenica 4 novembre 2018

The Lincoln Hunters by Wilson Tucker







Autore : Wilson Tucker (USA)
Data pubblicazione: 1958
Letto da : Arthur Gordon Pym
Quando : Ottobre 2018, Bucerias
Voto : 7,5

Commento :

Ho scoperto questo libro perchè viene citato da Stephen King in 22/11/1963, dove il protagonista arriva nel passato nel 1958, anno di pubblicazione di The Lincoln Hunters, e mentre aspetta il 1963, legge questo libro.

Si tratta di un piccolo classico della letteratura di viaggio nel tempo.
Il punto di partenza è un futuro non proprio gradevole, gli USA del 2578, un mondo dove gli archivi storici sono andati perduti e la conoscenza del passato è scarsa.
Per questo esiste la società Time Researchers, che si occupa di inviare i Personaggi, persone appositamente addestrate, indietro nel tempo per recuperare questa o quella informazione sul Passato.

La missione del romanzo è la seguente: tornare nel 1856 per registrare il famigerato "discorso perduto" di Abraham Lincoln, una entusiasmante arringa contro la schiavitù che in effetti non venne mai tramandato.
Sembrerebbe un incarico di routine per Benjamin Stewart, il Personaggio protagonista, ma le cose iniziano ad andare storte.

Senza svelare troppo la già breve trama, l'opera è interessante, oltre che per il sempre gustoso argomento dei viaggi nel tempo, per il confronto storico e politico tra le due nazioni, quella del 2578 e quella del 1856.
L'autore in poche pagine ci trasmette un quadro piuttosto negativo dei futuri USA, mentre il mondo del passato è, anche se grezzo e pericoloso, quasi idilliaco e più desiderabile.
Proprio come in 22/11/63 (King palesemente deve qualche spunto a questo romanzo), il protagonista ci racconta che nel passato l'aria è più profumata, il cibo è più saporito e la vita è più degnamente vivibile.
Una critica del progresso quindi, ma anche un richiamo all'importanza della Storia e del Passato.

Non manca un paradosso temporale, importantissimo ai fini della trama ma che l'autore sceglie di non spiegare, lasciando il finale quasi sospeso.

In definitiva un romanzo forse troppo breve, ma di piacevole svago perchè non sofisticato, un classico della fantascienza USA anni '50.




2 commenti:

  1. ma quale paradosso non spiegato dici ? quello del filo del registratore andato perduto ?

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    1. Non mi ricordo! Penso sia quello. Devo risfogliare il libro ma penso di sì.

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