mercoledì 27 febbraio 2019

Le avventure di Gordon Pym (2)



















Autore : Edgar Allan Poe
Letto da : Giuli
Quando : Febbraio 2019
Voto : 10


Commento : A distanza di 10 anni rileggo uno dei miei libri preferiti di tutti i tempi : l'unico romanzo di Edgar Allan Poe, il mitico Gordon Pym.
Ho ricevuto questo libro come regalo nel lontano 1989, ma l'avevo già letto in precedenza dalla biblioteca.
Dopo aver visto i luoghi storici legati a Poe a Gennaio (Boston,Philadelphia,Baltimora) celebro questo straordinario scrittore immergendomi ancora una volta nel viaggio per mare di Gordon Pym, e ancora una volta rimango affascinato dalle atmosfere da incubo e misteriose che pervadono tutte le pagine.
Fin dal primo improvvisato viaggio di Gordon con l'amico Augustus, la scrittura potente e evocativa di Poe trascina il lettore sulle onde dell'oceano in un drammatico naufragio; poi inizia l'avventuroso viaggio sul brigantino Grampus, prima nella labirintica e claustrofobica stiva, poi con gli ammutinati, fino ad un nuovo ancora più tragico naufragio.
Taccio per non spoilerare tutta la trama (se c'è ancora qualcuno che non sa come fecero a sopravvivere per giorni senza cibo, solo Gordon e il suo compagno, il misterioso meticcio Dirk Peters...), la storia prosegue sulla Jane Guy nei mari del Sud; è poi sufficiente dire che l'oscuro finale si perde nelle nebbie dell'Oceano Antartico, di fronte a enormi cataratte che precipitano in un abisso..con una misteriosa figura umana gigantesca ad attenderli...
Dopo 10 anni la magia di questo libro rimane intatta, ma soprattutto rimangono intatte la bellezza, il fascino e il mistero a distanza di almeno 180 anni!

martedì 19 febbraio 2019

Scrivere è un mestiere pericoloso



















Autore : Alice Basso
Letto da : Giuli
Quando : Gennaio - Febbraio 2019
Voto : 8,5


Commento : Eccomi al secondo romanzo di Alice Basso, che torna a raccontarci le interessanti vicissitudini della ghostwriter Vani Sarca; scopriamo che è diventata anche consulente per l'amico commissario Berganza, che aiuterà a risolvere più di un caso difficile, sempre per il suo talento di empatia verso le persone e la capacità di capire cosa pensano in base a frasi o comportamenti.
La leggo sempre con piacere, i personaggi di contorno sono realistici e simpatici, ma è Vani la persona più affascinante per essere sempre coerente, riservata, sociopatica e originale.
In queste pagine Vani, complice un libro di ricette, riuscirà a districarsi tra un vecchio omicidio, il suo ex fidanzato, l'amichetta dark, e il Natale in famiglia...
Gustose le citazioni letterarie sparse ogni tanto; eccezionale e condivisibile il disprezzo di Vani per i supermercati nel periodo natalizio, le pagine in cui racconta la sua ricerca dello scalogno tra gli scaffali tra la gente è imperdibile e esilarante.
Si legge velocemente anche perchè una pagina tira l'altra.
Letto sugli aerei per gli Stati Uniti, finito a casa.

mercoledì 13 febbraio 2019

BLACK HILLS by Dan Simmons







Autore : Dan Simmons
Anno Pubblicazione: 2010
Letto da : Arthur Gordon Pym
Quando : Gennaio 2019, Baja California
Voto : 8,5/10

Commento :


Dan Simmons si conferma uno dei miei autori preferiti con questo romanzo storico che mi ricorda Magico Vento in ogni pagina.

Infatti tratta diversi miei argomenti favoriti: le guerre Indiane nell'America di frontiera di fine Ottocento, la vita dei Sioux Lakota nelle praterie e Colline Nere, la storia USA con la costruzione dei faccioni del Monte Rushmore, più un bel pizzico di sovrannaturale.

Per noi che siamo cresciuti con i fumetti Bonelli, questi argomenti suonano familiari, è una storia che potrebbe portare la firma di Gianfranco Manfredi.
Ma immagino e spero che abbia aperto gli occhi a più di una persona, poichè offre una visione equilibrata delle "colpe storiche" di entrambe le parti, i Nativi e i Bianchi.

Il libro inizia in maniera forte, con un colpo di scena: durante la famosa Battaglia del Little Big Horn, lo spirito del Generale Custer, morente, lascia il corpo di Capelli Lunghi per entrare in Paha Sapa (Black Hills), un ragazzo Lakota che scopre di avere il dono della visione.

Questo espediente permette a Dan Simmons di inserire nell'intreccio, basato sul personaggio di Paha Sapa, quindi punto di vista Lakota, interi capitoli dove lo spirito di Custer "parla", ricordando i bei momenti passati con la moglie perlopiù, ma anche spiegando i veri motivi della sconfitta del 7° Cavalleria al Little Big Horn, aggiungendo quindi un punto di vista Wasicun alla storia.

L'intreccio viene sviluppato su diverse linee temporali, raccontando la vita di Paha Sapa prima nella tribù Lakota, poi seguendolo mentre si integra nel mondo Wasicun, o dei bianchi, lavorando al monumentale progetto di scolpire i faccioni dei Presidenti USA nel Monte Rushmore.


Dan Simmons è bravo a non cadere nel mito del "buon selvaggio", ovvero la stucchevole romanticizzazione dei Nativi Americani con la quale il mondo dei bianchi cerca di mitigare la colpa dello sterminio.
I Sioux non erano solo dei mistici che fumavano l'erba pipa, erano anche dei guerrieri spietati e vendicativi.

Quindi è interessante vedere come Paha Sapa, ormai integrato nel mondo Wasicun resti affascinato dalla magia dei Bianchi: la tecnologia, il progresso, le grandi costruzioni.

Un lungo capitolo del libro è dedicato alla costruzione del Ponte di Brooklyn, mentre altri capitoli indugiano sulla Esposizione Mondiale di Chicago del 1893; in entrambi i luoghi Paha Sapa entra in trance, come per sottolineare che il Wakan, il sacro e il sovrannaturale si possono trovare ovunque per chi sa percepirlo, che sia isolato sulla cima delle Black Hills come in mezzo al Ponte di Brooklyin.

La ricerca storica di Dan Simmons è sempre minuziosa, oltre a usare molte parole in Lakota nel romanzo, alla fine del libro c'è addirittura un capitolo "Guida alle Black Hills", dove elenca i luoghi storici del libro uno ad uno, con tanto di letture consigliate per prepararsi alla visita.
Ti fa venire voglia di organizzare subito un viaggio in Sud Dakota!

Il finale del romanzo è discutibile. Forse troppo politically correct?
Ai posteri l'ardua sentenza.


Mitakuye Oyasin!